Chiara Barone
Sola contro tutti.
Eppure ha
superato il suo esame.
La linea che
avrebbe separato il successo dall’insuccesso, per Chiara Barone era fissata al 20 percento.
Cambiare si
può: questo il nome della sua lista.
La candidata ha
sfidato non solo Stefano Corgnati
con tutti i crocerossini del vincitore annunciato.
Ha sfidato i
trend elettorali nazionali, potentemente riverberatisi anche nelle competizioni
locali, ovunque.
Ha sfidato il
conformismo e soprattutto ha voluto dire che l’dea di una formazione politica
progressista non è ancora, né del tutto, ripiegata su se stessa.
Se è vero che le
nozioni di “destra” e “sinistra” esistono ancora e non sono più sovrapponibili
a quelle di “vecchio” e di “nuovo”, è altresì sempre vero che l’idea di un
progressismo, pragmatico anche quando un po’ sognatore, non è parente di una
conservazione, che rimane tale anche quando illuminata.
E tutto torna,
nella città di Galileo Ferraris che –
azzardiamo – non avrebbe avuto dubbi: la sua scelta sarebbe stata “chiara”.
Dunque “Cambiare
si può” forse non è oggi appropriato, regge meglio l’indicativo futuro: si
potrà.
Intanto Chiara
Barone ha dimostrato che attorno a sé si è coagulata la Livorno progressista,
ormai del tutto indifferente al conatus essendi di quel Circolo Pd sepolto, più
che commissariato, nel grigiore plumbeo della Trimurti vercellese di Guido
Nobilucci, Luigi Bobba, Michele Gaietta.
***
Destra e
sinistra domani torneranno a confrontarsi sui temi reali della vita in questa,
che è certo una piccola città, ma
altrettanto certamente non una città
piccola.
Dunque Chiara
contro tutti ha ottenuto una percentuale (ha superato il 23 per cento dei
consensi) di tutto rispetto.
In Consiglio
Comunale potrà esercitare il ruolo di opposizione con una “squadra” anche
numericamente congura ed idonea a sviluppare un’azione politica che si farà
sentire.
Gli altri
stanno tutti dall’altra parte.
La Livorno
Ferraris che vuole cambiare, da oggi sa chi sarà il leader del futuro.